Dalla teoria alla pratica: come le certificazioni ISO fanno crescere le aziende

Vi siete mai chiesti come le aziende possono garantire qualità, sicurezza e responsabilità sociale allo stesso tempo?

Con le certificazioni ISO le aziende possono distinguersi, perché garantiscono standard elevati dei propri processi e delle proprie politiche, E nel contesto economico e sociale di oggi non è cosa di poco conto.

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Dietro ogni certificazione ISO, sia essa relativa alla gestione della qualità (ISO 9001), alla sicurezza (ISO 45001), alla responsabilità sociale (SA8000), alla parità di genere (UNI/PdR 125:2022), alla gestione dell’energia (ISO 50001), all’ambiente (ISO 14001), o alla sicurezza delle informazioni (ISO 27001), c’è sempre la stessa filosofia. Un ciclo continuo di pianificazione, esecuzione, verifica e miglioramento. Questa è la gestione di una azienda moderna e innovativa, da qualsiasi punto di vista.

Le certificazioni ISO non sono solo certificati da appendere al muro. Sono un vero e proprio modo di gestire l’azienda.

Si parte dall’immaginare una politica aziendale adatta al contesto in cui si opera. Ogni organizzazione deve definire obiettivi coerenti con i valori e le aspettative del mercato. Per esempio, nell’ISO 45001 sulla sicurezza sul lavoro, la politica aziendale sarà incentrata su come prevenire incidenti e creare un ambiente sicuro.

Con la SA8000 l’azienda si impegna a garantire condizioni di lavoro etiche, giuste, responsabili. Riconosce l’importanza di sostenere i diritti umani e lavorativi, di promuovere il benessere dei dipendenti e di migliorare continuamente le pratiche aziendali. Le ISO diventano il riferimento guida per tutte le operazioni e le interazioni con tutti gli attori coinvolti, interni o esterni all’azienda. Per dirne una, anche i fornitori sono scelti e monitorati: anche loro devono avere la stessa filosofia, altrimenti vengono scartati.

Una volta definita la politica, si procede con la valutazione dello stato di fatto e dei rischi, quelli relativi a ciascuna delle certificazioni. È come quando stai per iniziare un progetto importante: hai bisogno di sapere da dove parti e dove potrebbero esserci ostacoli.

È qui che l’azienda prende consapevolezza delle sue debolezze. Nella ISO 50001, ad esempio, per la gestione dell’energia, questo significa identificare le aree dove si spreca energia e dove si può migliorare l’efficienza. Si mettono così in luce i punti deboli su cui agire.

Prendiamo l’ISO 27001 sulla sicurezza delle informazioni: l’azienda deve prima identificare le vulnerabilità dei suoi sistemi informativi e valutare i rischi di cyber-attacchi, perdita di dati o accessi non autorizzati, per dirne alcuni.

Ma un’azienda che si certifica ISO deve sempre chiedersi: ‘Stiamo davvero facendo quello che abbiamo promesso?’

Gli audit interni sono parte essenziale del sistema ISO. Si fanno verifiche periodiche: solo in questo modo l’azienda controlla se i processi sono allineati con gli standard e se vengono rispettate le procedure. È un momento di analisi critica che serve a correggere eventuali errori prima che diventino gravi problemi. Per esempio, nell’ISO 27001 sulla sicurezza delle informazioni, un audit può rivelare una falla nella protezione dei dati: l’azienda interviene prima che un attacco informatico faccia danni. Si potrebbe pensare che non ci sia bisogno di un sistema di gestione per accorgersi di aver preso un virus o di aver subito un incendio in sala server. È vero, ma il concetto non è accorgersene quando il danno è fatto, ma monitorare continuamente la situazione e prevenire con metodo, con organizzazione. E guardate che non è così faticoso: basta organizzare bene il sistema di gestione e adattarlo alle proprie modalità operative. Direi… tutta salute.

Un esempio concreto di audit interno utile nel contesto della ISO 27001 riguarda una società di servizi finanziari che gestisce grandi quantità di dati sensibili dei clienti. Durante un audit interno, il team ha scoperto che alcuni dipendenti stavano archiviando informazioni riservate su dispositivi non autorizzati, chiavette USB personali. Questo è un grave rischio per la sicurezza dei dati.

Grazie all’audit, l’azienda si è accorta della prassi sbagliata, ed è intervenuta immediatamente, bloccando l’accesso ai dispositivi non sicuri. Si sono scritte nuove procedure per la gestione dei dati e si è data una spinta per la formazione dei dipendenti sulla sicurezza delle informazioni. L’audit ha evitato potenziali violazioni di dati e rafforzato le misure di protezione. Se poi la politica di sicurezza si pubblicizza all’esterno, si aumenta la fiducia dei clienti. Questo, credetemi, non ha prezzo.

I problemi non vanno mai nascosti sotto il tappeto. Ogni volta che c’è un errore, è un’occasione per migliorare.

La registrazione degli incidenti e delle non conformità è un’altra parte essenziale di qualsiasi processo ISO. Quando si verifica un problema, non si ignora: si documenta. Questo approccio permette di fare analisi dettagliate e di comprendere le cause alla radice. È un momento di apprendimento che, se gestito correttamente, previene futuri errori.

Le azioni correttive non si devono poi limitare a riparare i danni. Vanno oltre. Per esempio, se in un cantiere si rileva un problema con i dispositivi di protezione individuale, non basta sostituirli. Bisogna anche implementare un piano di formazione e controllo per evitare che la situazione si ripresenti. L’azione correttiva deve risolvere il problema alla radice.

Non basta ottenere la certificazione una volta. Ogni giorno si può migliorare qualcosa.

Il piano di miglioramento continuo è un principio cardine di ogni certificazione ISO. Non ci si accontenta di essere conformi una volta. Si mira a ottimizzare costantemente i processi, cercando sempre nuove soluzioni. Nell’ISO 9001 sulla qualità, ad esempio, questo significa migliorare i prodotti o i servizi per superare le aspettative del cliente. Nella gestione della parità di genere migliorarsi significa favorire pratiche sempre più inclusive. Garantire che l’equità non sia solo un principio astratto, ma una realtà tangibile all’interno dell’azienda.

Una certificazione non è un successo se non arriva fino all’ultimo dipendente.

Il piano di formazione è indispensabile. Senza un personale formato e aggiornato, ogni sforzo rischia di essere vano. I dipendenti devono conoscere i rischi, non solo quelli sulla sicurezza sul lavoro, capire le procedure e saperle applicare correttamente. In ogni sistema ISO, la formazione è la base che garantisce che tutti siano allineati agli obiettivi dell’azienda.

La filosofia ISO è un percorso, non una destinazione. Pianifichi, esegui, controlli e migliori. Sempre.

ISO non è solo un sistema formale, è una mentalità. Ogni passo, dalla valutazione dei rischi agli audit, dall’azione correttiva alla formazione, serve a creare un’organizzazione capace di evolversi e adattarsi, migliorando costantemente i propri processi.

Voglio riportare due esempi di aziende delle quali ho avuto il piacere di seguirne l’ottenimento delle certificazioni. La prima è un’azienda manifatturiera che utilizza molta energia per alimentare i macchinari e i processi produttivi. Credendo nella ISO 50001, l’azienda ha iniziato a monitorare in modo sistematico il consumo energetico, identificando inefficienze nel reparto di produzione. Grazie a un’analisi accurata, hanno installato sensori per ottimizzare l’uso delle macchine solo quando necessario e adottato fonti di energia rinnovabile. Questo ha ridotto il consumo del 15% e abbassato i costi operativi. Tra l’altro abbiamo anche migliorato l’impatto ambientale dell’azienda, e oggi l’attenzione a questi temi è sotto gli occhi di tutti. Vabbè, ma non se ne sarebbero accorti anche senza ISO 50001? Avrebbero detto in qualche riunione sporadica che stavano pagando troppo in bolletta, ma per accorgersi delle cause, trovare la soluzione migliore e monitorare l’effetto della cura ci vuole un sistema di gestione. Datemi retta.

Un altro esempio riguarda una grande impresa edile. Qui, lo sappiamo,  il rischio di incidenti sul lavoro è elevato. Si, l’azienda comprava guanti, scarpe antinfortunistiche, caschi di protezione, Ma solo grazie alla ISO 45001, l’azienda ha introdotto un sistema rigoroso di controllo e prevenzione dei rischi. Hanno implementato procedure più sicure per l’uso dei macchinari, formato i dipendenti sui rischi specifici di ogni attività e potenziato le misure di protezione individuale. Grazie a questi interventi, gli incidenti sul lavoro sono calati del 30% in un anno, Così non si migliora solo la sicurezza, ma si costruisce e si fa crescere la motivazione e il benessere dei lavoratori.

Questi esempi mostrano come l’adozione di certificazioni ISO possa generare miglioramenti tangibili, riducendo i rischi e ottimizzando le risorse.

E tu, nella tua azienda, stai solo rispettando gli standard o stai cercando di superarli ogni giorno?

 

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